Cos’è, le sue origini, effetti collaterali e come prevenirla a Firenze.
Avete mai sentito parlare della sindrome di Stendhal? Succede spesso durante un soggiorno in una città d’arte… Scopriamo le sue origini!
Il primo a descriverne gli effetti durante una visita a Firenze fu lo scrittore Marie-Henri Beyle, meglio noto come Stendhal.
Gli effetti di questa patologia psicosomatica, sperimentata in prima persona dallo scrittore. Stendhal in effetti racconta che, durante una visita alla Basilica di Santa Croce a Firenze, fu colto da una crisi che lo costrinse a guadagnare l’uscita dell’edificio al fine di risollevarsi dalla reazione vertiginosa che il luogo d’arte scatenò nel suo animo.
“Ero già in una sorta di estasi all’idea di trovarmi a Firenze (…) Assorbito nella contemplazione della bellezza sublime, la vedevo da vicino, la toccavo per cosi dire. Ero giunto a quel livello di emozione, dove si incontrano le sensazioni celestiali date dalle arti e i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un tuffo al cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere”.
“Roma, Napoli e Firenze”, Marie-Henri Beyle, 1817
Ma cos’è la sindrome di Stendhal?
In sintesi è il malessere del viaggiatore di fronte alla grandezza dell’arte. Pare che ne siano affetti persone di grande sensibilità che, nell’ammirare opere d’arte, entrino in una stato di confusione mentale, vertigini con perdita del’orientamento, dolore al petto e tachicardia.
Ma tranquilli, il malessere è transitorio e non vi sono conseguenze.
Se si, attenzione ai deboli di cuore in quel di Firenze…vi aspettano attacchi cardiaci ad ogni angolo!
Vi è mai successo di vivere un’emozione talmente forte?
Se anche voi siete curiosi di sapere se siete affetti da questa sindrome PRENOTATE il vostro soggiorno in una città d’arte per eccellenza in Italia: Firenze!